Anche JP Morgan scommette sulla biometria: la più grande banca degli Stati Uniti, sta cercando di fare un passo significativo nell’industria dei pagamenti promuovendo i servizi di pagamento biometrici a tutta la clientela (privati e imprese) con l’obiettivo di raggiungere volumi significativi già nel 2025.
Ha stretto infatti una partnership con PopID (società specializzata in biometria) per sviluppare un servizio che consenta ai consumatori di effettuare acquisti scansionando il palmo delle mani o il volto, con l’obiettivo di semplificare il processo di pagamento e personalizzare l’esperienza di shopping.
Nulla di nuovissimo all’orizzonte, anche Amazon va da tempo in questa direzione. Ma quando ci si infila un altro soggetto di queste dimensioni e lo vuol commercializzare…
Il mercato è ricco: i pagamenti biometrici globali dovrebbero raggiungere i 5,8 trilioni di dollari e attirare 3 miliardi di utenti entro il 2026 (fonte:Goode Intelligence).
La banca sta lavorando per garantire la conformità con le normative statali e federali e sta adottando le migliori pratiche per la privacy, il consenso, la trasparenza e la minimizzazione dei dati. JPMorgan ritiene che, man mano che i consumatori diventeranno più abituati all’uso della biometria in vari contesti, come con l’home banking e la sicurezza in aeroporto (in USA in alcuni areoporti si può fare il check-in con dati biometrici), la fiducia nella tecnologia aumenterà (meno complottisti? Chissà).
Il passaggio di JP ai pagamenti biometrici fa parte di una tendenza più ampia, con aziende come Amazon, Toshiba, Visa e Mastercard che già esplorano questa tecnologia da tempo. Anche se potrebbe esserci concorrenza tra i fornitori, si spera che si converga verso più opportunità di collaborazione, soprattutto nel definire standard di settore cruciali per una adozione diffusa.
Biometria è una keyword d’oro: semplifica il riconoscimento e rende tutto più seamless.
Speriamo rimanga la consapevolezza nel come, quando e dove stiamo spendendo i nostri soldi.