Negli ultimi tre anni, l’Italia ha registrato una crescita economica superiore rispetto ad altri grandi paesi europei, ma prima della pandemia ha vissuto un decennio di stagnazione. Solo nel 2022, il PIL reale italiano ha raggiunto i livelli del 2007, segnando la fine della crisi iniziata con Lehman Brothers* (vedi a fondo pagina), mentre Francia, Germania e Spagna avevano già recuperato anni prima.

Nonostante questo recupero, l’Italia è rimasta indietro rispetto agli altri paesi: la produzione tedesca è del 17% superiore ai livelli pre-crisi, quella francese del 14% e quella spagnola dell’11%. Di conseguenza, il PIL pro capite italiano è peggiorato, passando da una differenza negativa del 4,4% al 9,8% nel 2023, e l’industria ha perso il 20% della sua capacità produttiva rispetto al 2000.

Il Rapporto annuale dell’Istat evidenzia la necessità per l’Italia di mantenere ritmi di crescita elevati per ridurre il debito pubblico, che ha raggiunto i 2.894 miliardi di euro a marzo 2024. Tuttavia, le previsioni della Commissione Europea sollevano dubbi sulla capacità dell’Italia di continuare a crescere senza misure straordinarie come il Superbonus, che ha avuto un impatto minore del previsto.

Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, propone una “rivoluzione copernicana” per stimolare la nascita di nuove imprese e favorire l’aggregazione aziendale. Tuttavia, la bassa produttività rimane un problema significativo: tra il 2000 e il 2023, la produttività oraria in Italia è aumentata solo dell’1,5%, rispetto al 15% in Francia e oltre il 20% in Spagna e Germania.

Le microimprese italiane, che rappresentano una parte significativa del tessuto economico, mostrano una produttività molto inferiore rispetto alle medie e grandi imprese, aggravando il divario con altri paesi europei.

*Nota di approfondimento

La crisi Lehman Brothers si riferisce al collasso della banca d’investimento Lehman Brothers, avvenuto nel settembre 2008, e rappresenta uno degli eventi chiave della crisi finanziaria globale iniziata nel 2007.

Contesto e Cause

Lehman Brothers era una delle più grandi e prestigiose banche d’investimento del mondo. La crisi iniziò a maturare a causa di una serie di fattori, tra cui:

  1. Bolle Immobiliari e Mutui Subprime: Negli anni precedenti, negli Stati Uniti si era sviluppata una bolla immobiliare, alimentata da pratiche di prestito rischiose e dall’emissione di mutui subprime, concessi a mutuatari con scarso merito creditizio.
  2. Cartolarizzazione: Le banche d’investimento, compresa Lehman Brothers, avevano trasformato questi mutui in titoli finanziari complessi (mortgage-backed securities – MBS) e li avevano venduti agli investitori. Questi strumenti, ritenuti sicuri, si rivelarono altamente rischiosi.
  3. Eccessivo Leverage: Lehman Brothers, come molte altre istituzioni finanziarie, operava con un alto livello di leverage, cioè utilizzava una grande quantità di debito per finanziare le proprie attività, rendendola particolarmente vulnerabile alle perdite.

Il Fallimento

Nel 2007, i tassi di interesse iniziarono a crescere e molti mutuatari subprime cominciarono a non poter ripagare i loro mutui. Questo portò a un’ondata di insolvenze e al crollo del valore dei titoli legati ai mutui. Lehman Brothers si trovò esposta a enormi perdite.

Il 15 settembre 2008, dopo aver tentato invano di trovare un acquirente o di ottenere un salvataggio da parte del governo, Lehman Brothers dichiarò bancarotta, segnando il più grande fallimento aziendale nella storia degli Stati Uniti.

Conseguenze

Il fallimento di Lehman Brothers ebbe effetti devastanti sui mercati finanziari globali e sull’economia mondiale:

  1. Crollo dei Mercati Finanziari: Il fallimento scatenò il panico sui mercati finanziari globali, portando a un crollo dei prezzi delle azioni e alla perdita di trilioni di dollari di valore di mercato.
  2. Congelamento del Credito: La fiducia tra le istituzioni finanziarie evaporò, portando a un congelamento del credito. Le banche erano riluttanti a prestare denaro, anche tra di loro, per paura di ulteriori fallimenti.
  3. Recessione Globale: La crisi finanziaria si trasformò rapidamente in una recessione economica globale, con una drastica contrazione del PIL, aumento della disoccupazione e fallimenti aziendali in molti settori.

Risposte e Riforme

Il governo degli Stati Uniti e altre autorità globali intervennero con pacchetti di salvataggio e misure di stimolo economico per stabilizzare il sistema finanziario. Inoltre, furono introdotte riforme regolamentari per prevenire il ripetersi di una crisi simile, tra cui il Dodd-Frank Act negli Stati Uniti, che aumentò la supervisione delle istituzioni finanziarie e impose maggiori requisiti di capitale e liquidità.

La crisi Lehman Brothers è quindi vista come un simbolo della più ampia crisi finanziaria del 2007-2008 e delle vulnerabilità sistemiche del settore finanziario globale.

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