L’e-commerce è entrato nella quotidianità dei consumatori italiani, quasi uno su due ha fatto acquisti online nel 2022 ed è passato al 4,7% il totale del fatturato via web delle aziende italiane (>10 addetti) nel 2022, quasi raddoppiando il peso rispetto al 2014, quando era il 2,2%.
Questo comparto, genera una rete del valore che parte dai fornitori (servizi informatici, consulenze, gestione del marketing, imballaggi, etc.) e arriva al cliente finale, che beneficia di diverse attività di supporto (customer care, servizi finanziari, delivery, resi, etc.)
Quanto valore però? Risposta: tantissimo.
L’e-commerce italiano ha generato un valore condiviso di oltre 133 miliardi di euro nel 2022, pari al 7% del PIL; un dato che, rispetto all’anno precedente, è cresciuto del 13,9%, in linea con l’aumento del fatturato generale.
Considerando gli effetti indotti, diretti e indiretti, la filiera contribuisce a creare 1,6 milioni di posti di lavoro (+12,4% rispetto al 2021), rappresentando il 6,4% degli occupati in Italia,per un totale di 35 miliardi di euro di salari lordi nella sola filiera (+13,2% rispetto al 2021).
L’e-commerce genera anche un contributo alla collettività con il pagamento di quasi 50 miliardi di euro di imposte nel 2022. Forse la cosa farà drizzare le antenne a qualche politico.
Vuoi sapere che cosa si intende per “valore condiviso”? Te lo dico anche se non ti dovesse interessare: Valore Condiviso = (Valore Aggiunto Netto | Gettito fiscale | Consumi | Investimenti | Occupazione) x Italia
L’e-commerce genera ricchezza quindi, non la distrugge come spesso invece si legge sui giornali.
Speriamo che questo studio di Netcomm (trovi la ricerca disponibile sul sito del Consorzio) condotto in collaborazione con Althesys e dal titolo “L’e-commerce crea valore per l’Italia”, venga letto e studiato dai media e da chi fa impresa.