Bancomat, la società che da 40 anni gestisce uno dei circuiti di prelievo e pagamento più noti e diffusi in Italia, con circa 3 miliardi di operazioni gestite nel 2023 e circa 30 milioni di carte in circolazione nel nostro Paese si sta per dare una lucidata e un nuovo corso. Un lifting.

Almeno questa è la promessa del neo AD che ha sostituito l’uscente Alessandro Zollo. Nelle premesse c’è di tutto: Mastercard, NEXI, FIS, future acquisizioni. Mescola il tutto e… 🥣

Fabrizio Burlando, nuovo amministratore delegato di Bancomat con 16 anni di esperienza in Mastercard e in consulenza (che però dovrebbe aggiornare il suo profilo Linkedin…), ha delineato una visione ambiziosa per il futuro della società: ➡ trasformare Bancomat nella “moneta digitale degli italiani”.

✔ L’obiettivo è integrare tutte le modalità di pagamento e gestione del denaro, dai prelievi agli ATM ai pagamenti sui POS, dall’ecommerce al trasferimento di denaro tra privati (P2P) fino al pagamento delle bollette. Questo progetto di modernizzazione è supportato da un forte investimento di 75 milioni di euro da parte del fondo FSI, con la possibilità di aumentare fino a 100 milioni, rendendo FSI il principale azionista con il 42,9% delle azioni.

Burlando punta a sfruttare le ampie possibilità di crescita del mercato italiano, dove solo il 40% delle transazioni è digitale, contro l’80% dei paesi nordici. Per questo, Bancomat ha scelto Nexi come partner strategico per la piattaforma infrastrutturale centralizzata, mirando a fornire un circuito di pagamento domestico con costi contenuti e alta qualità.

Il rilancio del brand Bancomat (già iniziata 3 anni fa con spot su Bancomat PAy – domanda: te li ricordi?) passa attraverso l’innovazione digitale e la possibile acquisizione di competenze complementari nel settore Fintech italiano.

Burlando non esclude collaborazioni internazionali, guardando in particolare alla Spagna e al Portogallo per soluzioni di interoperabilità. Nonostante alcune banche, come UniCredit, siano ancora in attesa di unirsi al progetto (date le dimensioni di Unicredit, questa è una bella spina nel fianco 😣 ), Burlando è fiducioso che il piano di sviluppo attirerà ulteriori sostenitori, consolidando Bancomat come leader nei pagamenti digitali in Italia.

Il percorso di sviluppo di Bancomat (quello che ho forse facilmente chiamato “progetto”) passa per il sostegno e accordi commerciali pluriennali funzionali con le banche aderenti ma se l’ingresso di Fsi è stato approvato dalla maggior parte delle oltre 100 banche azioniste, UniCredit, che ha partecipato all’ultima assemblea e che nel nuovo Cda esprime un consigliere di minoranza, non è entrata nel patto. Visioni diverse, magari solo posizioni strategiche di breve periodo; lo scrive certamente meglio di me Bertolino:

“Le banche fanno posto al fondo Fsi nel capitale di Bancomat, ma UniCredit lascia la sedia vuota. Pochi giorni fa, gli oltre 100 istituti soci hanno approvato l’ingresso di Fsi nell’azionariato. Il via libera è arrivato all’unanimità, ma l’assemblea non è stata plenaria. All’appello mancava UniCredit che, non presentandosi, ha inteso segnalare i suoi dubbi riguardo ai piani di sviluppo di Bancomat e ai relativi investimenti previsti. L’assenza ha un forte valenza simbolica e solleva quesiti riguardo alle sue intenzioni future, ma non cambia la sostanza dell’intesa.”

Ho il bancomat nel portafogli da quando sono nato. Mai riuscito ad utilizzarlo online ma mi attendo il meglio da questa che, speriamo sia così, dovrebbe essere una bella operazione Made in Italy. 🚀

Fonte: IlSole24Ore

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