Questa te la scrivo perchè forse ne sentirai parlare: la banca centrale cinese ha imposto a quelle commerciali di abbassare entro fine ottobre i tassi di interesse di 30 punti base su tutti i prestiti immobiliari esistenti. E le banche, zitte e mute, hanno prontamente eseguito. Fantastico, solo in Cina.

Facciamo un passo indietro.

Negli ultimi mesi, la Cina ha cercato di risollevare la domanda interna, riducendo i costi per i mutuatari e cercando di stabilizzare il mercato delle case, in forte crisi, con vendite calate del 18% nei primi otto mesi del 2024. Con questi interventi, il governo punta a raggiungere l’obiettivo di crescita del PIL del 5% per il 2024.

I principali beneficiari di questi tagli sono le famiglie, che hanno visto i costi dei mutui ridursi, alleviando così la pressione su chi è già gravato da debiti immobiliari. Anche il settore immobiliare, duramente colpito dalla crisi, dovrebbe trarne vantaggio, incentivando nuovi acquisti di case e stimolando il mercato che è ormai immobile.

Gli esperti però sono divisi: alcuni vedono questi tagli come una boccata d’aria fresca per l’economia nel breve termine, mentre altri sono scettici riguardo alla loro efficacia a lungo termine. Tuttavia, l’euforia sui mercati azionari è innegabile. Gli investitori hanno festeggiato, con indici come il CSI 300 che hanno guadagnato oltre il 20%, portando le borse cinesi in pieno mercato rialzista! 🎉

I mercati quindi hanno accolto con entusiasmo le misure annunciate dal governo cinese, definite da alcuni il “whatever it takes” cinese. Tuttavia, sorgono dubbi sulla loro reale efficacia. L’economia cinese sta attraversando una crisi definita “trappola della liquidità”, caratterizzata da una cronica debolezza della domanda aggregata e da un rallentamento della crescita. La crisi del settore immobiliare, la svalutazione del renmimbi e l’aumento del debito pubblico hanno aggravato la situazione.

Nonostante l’annuncio di interventi fiscali e monetari espansivi, simili misure non sono state sufficienti nei Paesi avanzati e hanno portato a un aumento del debito e a un eccesso di liquidità. La Cina, per evitare questi errori, dovrebbe attuare una strategia combinata ma prudente.

In diversi momenti del 2024, il governo ha annunciato politiche economiche restrittive e focalizzate sulla produzione innovativa e “verde”, senza però intervenire in modo deciso sulla domanda interna, una scelta che gli esperti giudicano rischiosa. A luglio, i dati economici hanno mostrato un ulteriore peggioramento, spingendo la Cina a introdurre misure straordinarie, ma resta da vedere se queste saranno sufficienti a ristabilire la fiducia nel mercato e a risolvere la crisi.

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