3.000 miliardi di dollari: è questo il valore raggiunto dal mercato globale delle criptovalute a novembre 2024, in aumento del 79,2% rispetto a gennaio dello stesso anno. Un settore che continua a crescere a livello mondiale, ma che presenta sfide significative in termini di volatilità e sicurezza. Lo si dice sempre, c’è chi se ne frega.
In Italia, il fenomeno interessa 2,22 miliardi di euro e coinvolge 1,35 milioni di persone, con una media di 1.600 euro investiti a testa. I dati mostrano una crescita del 64% rispetto al 2023, ma anche forti oscillazioni: nei primi mesi del 2024, il mercato ha registrato un’impennata del +92% nel primo trimestre, seguita da un calo del -22,4% nel trimestre successivo.
Chi investe in criptovalute?
- I Millennial rappresentano il 37% dei possessori e detengono il 39% del controvalore complessivo.
- La fascia d’età tra i 40 e i 60 anni, pur essendo il 28% dei detentori, possiede quasi la metà del totale (49%).
- Oltre il 99% degli investitori italiani è costituito da persone fisiche, a dimostrazione di un fenomeno ancora poco penetrato tra le aziende.
Rischi e sfide
Il rapporto Fabi* evidenzia che, sebbene affascinanti, le criptovalute non sono paragonabili a valute tradizionali come euro o dollaro. Si tratta di strumenti speculativi non regolamentati, soggetti a enormi oscillazioni e vulnerabili a cyber attacchi. Le truffe informatiche hanno registrato un vero e proprio boom, portando alcuni investitori alla perdita totale dei loro portafogli digitali.
Il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, invita le istituzioni a rafforzare il quadro normativo e a promuovere l’educazione finanziaria. Solo attraverso una conoscenza approfondita e una gestione consapevole si può trasformare un fenomeno potenzialmente rischioso in un’opportunità concreta.
Cosa suggerisce il rapporto Fabi?
- Informarsi adeguatamente prima di investire.
- Comprendere che le criptovalute non sono “sicure” come gli strumenti finanziari tradizionali.
- Prestare attenzione ai rischi operativi, come quelli legati alla sicurezza informatica.
Le criptovalute rappresentano una delle frontiere più controverse dell’economia moderna: un simbolo di innovazione, ma anche una realtà che richiede cautela.
*Cos’è la FABI? (così capisci anche come interpretare quanto detto sopra)
La Fabi è la Federazione Autonoma Bancari Italiani, una organizzazione sindacale italiana che rappresenta i lavoratori del settore bancario, assicurativo e finanziario. Fondata nel 1948, la Fabi ha l’obiettivo di tutelare i diritti e gli interessi dei lavoratori, promuovendo al contempo la stabilità e lo sviluppo del settore bancario.
Tra le sue attività principali:
- Negoziazione e contrattazione collettiva: La Fabi è coinvolta nella stipula dei contratti collettivi nazionali di lavoro per il settore bancario e finanziario.
- Tutela legale e consulenza: Offre supporto ai propri iscritti in materia legale, previdenziale e lavorativa.
- Formazione e aggiornamento professionale: Promuove corsi e iniziative per migliorare le competenze dei lavoratori.
- Ricerca e divulgazione: Attraverso rapporti e pubblicazioni, come la “Guida alle criptovalute” citata nel tuo testo, analizza le tendenze e i cambiamenti nel settore finanziario.
La Fabi è riconosciuta come un punto di riferimento per i lavoratori bancari e gioca un ruolo chiave nel dialogo con le istituzioni e le aziende del settore.