Se ti sembra che quest’anno ci sia meno neve del solito… non è solo una tua sensazione.
In Italia non c’è neve. La stagione invernale sulle Alpi italiane è infatti iniziata con un deficit di neve molto significativo: il calo è del 63% rispetto alla media 2011-2023, con scorte nivali pari a soli 1,7 miliardi di metri cubi, ben al di sotto dei 4,6 miliardi della media storica e dei 3,2 miliardi registrati lo scorso gennaio. Il problema principale è la scarsità di precipitazioni, che ha interessato tutte le altitudini, nonostante le temperature relativamente rigide abbiano permesso l’utilizzo dell’innevamento artificiale per mantenere operative le piste da sci.
Sugli Appennini la situazione è leggermente migliore grazie alle nevicate di dicembre e gennaio, ma il fenomeno della “neve effimera”, dovuto a temperature superiori alla media, ha portato a una rapida fusione della neve, riducendo così l’accumulo. Un esempio critico è il bacino del Tevere, che in poche settimane è passato da condizioni nella media a un deficit dell’88%.
La mancanza di neve sulle Alpi ha ovviamente ripercussioni dirette sulla disponibilità idrica, fondamentale per agricoltura, industria e uso civile.
Bel danno per il business: poca neve, meno gente… quanto costerà non solo andare a sciare nei prossimi anni ma anche un semplice panino in un rifugio?
Gli esperti considerano i mesi di febbraio e marzo decisivi per eventuali miglioramenti, ma le previsioni indicano un inverno più caldo della norma in tutta Europa. Staremo a vedere ma sembra che lo sci stia diventando sempre di più uno sport d’elite.