
Il tuo prossimo oggetto di cui non ne sentivi il bisogno su Temu potrebbe costarti di più. Dal 1° febbraio, gli Stati Uniti hanno eliminato l’esenzione doganale de minimis, che permetteva di importare beni sotto gli 800 dollari senza pagare dazi. Questa esenzione, nata con il Tariff Act del 1930, era pensata per permettere ai viaggiatori di spedire piccoli acquisti senza costi aggiuntivi. Pensa che bravi. Nel 2016, il limite fu alzato da 200 a 800 dollari, favorendo la crescita esponenziale di marketplace cinesi come Temu e Shein. Nel 2024, ben 1,4 miliardi di pacchi de minimis sono entrati negli USA, il doppio rispetto al 2022.
Ma ora la musica è cambiata. L’amministrazione Biden, in linea con le politiche di Trump, ha deciso di chiudere questa scappatoia, sia per proteggere i produttori locali che per contrastare il rischio di traffici illeciti. Il National Bureau of Economic Research stima che la fine del de minimis potrebbe costare ai consumatori americani tra gli 11 e i 13 miliardi di dollari.
Anche l’Europa si sta muovendo nella stessa direzione. La Commissione UE ha proposto di eliminare l’esenzione per i beni sotto i 150 euro. I numeri parlano chiaro: nel 2024, 4,6 miliardi di articoli di basso valore sono stati importati nell’UE, quasi il doppio rispetto al 2023. Il 91% di questi prodotti arriva dalla Cina, e il boom di Temu e Shein è stato evidente, con oltre 75 milioni di utenti europei conquistati in pochi mesi.
Chi ne trae vantaggio? Amazon potrebbe essere il grande vincitore: meno concorrenza per il suo nuovo store mobile Amazon Haul, dove tutto costa meno di 20 dollari. Temu, però, si sta già adattando, puntando sulle spedizioni in grandi volumi per mantenere i costi bassi.
La concorrenza globale è ormai una partita aperta: dazi, regolamenti e strategie di mercato stanno ridefinendo l’e-commerce