Visa ha offerto ad Apple circa 100 milioni di dollari per prendere il controllo di Apple Card, attualmente gestita da Mastercard (vedi: WSJ)

Quasi in disparte troviamo Goldman Sachs che si prepara a uscire dal ruolo di emittente della carta, aprendo una rara finestra di opportunità nel panorama finanziario. Sachs ha un contratto fino al 2030 ma l’operazione non si è rivelata sostenibile né redditizia: ha perso oltre 1 miliardo di dollari dal lancio nel 2019 fino al 2022, secondo fonti citate dal Wall Street Journal.

Perché Goldman ha perso tutti questi soldi? Apple ha voluto una carta accessibile a una platea molto ampia di utenti. Perciò Goldman ha allentato i criteri di credito, approvando clienti con punteggi più bassi rispetto a quelli che normalmente avrebbe considerato. Questo ha portato a:

Bassi margini di profitto, visto che molti utenti mantengono saldi bassi (mediamente meno di 1.500$ per carta)

Sempre secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, Apple sceglierà prima il nuovo partner di rete e solo successivamente un nuovo issuer. In lizza c’è anche American Express, che potrebbe coprire entrambe le funzioni (rete + emittente).

Alla finestra ci sono anche colossi come JPMorgan Chase, Synchrony Financial e Barclays.

Il portafoglio Apple Card è tutt’altro che trascurabile: si parla di circa 12 milioni di titolari di carta e un bilancio tra i 17 e i 20 miliardi di dollari. Il saldo medio per titolare? Meno di 1.500 dollari.

Occhio però perchè l’esperienza di Goldman è stata complessa, con perdite stimate oltre il 7% quindi… occasione strategica ma che deve essere gestita bene soprattutto dalla banca.

Visa e Mastercard offrono tecnologie di tokenizzazione avanzata, fondamentali per l’integrazione con i wallet digitali. Un plus che può fare la differenza per Apple.

La battaglia per la Apple Card riflette un cambiamento più ampio: la crescente influenza delle Big Tech nei servizi finanziari. Apple non è più un semplice partner, ma una piattaforma centrale con cui reti di pagamento e banche devono allearsi per restare competitive.

Per i consumatori? Potrebbero arrivare nuove funzionalità, premi e un’esperienza migliorata.
Per il settore? Una spinta ulteriore verso l’integrazione dei servizi finanziari negli ecosistemi tech.

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