Il 26 marzo 2025, un’aula del tribunale di New York è diventata il palcoscenico di un evento che sembra uscito da un episodio di Black Mirror. Jerome Dewald, imprenditore settantaquattrenne e fondatore della startup Pro Se Pro, ha tentato di presentare la sua arringa in un caso di controversia giuslavoristica attraverso un avatar AI chiamato “Jim”, generato con la piattaforma Tavus. Sebbene avesse ottenuto il permesso di utilizzare un video preregistrato, Dewald non aveva informato la corte che il video mostrava un avatar sintetico anziché sé stesso.
La giudice Sallie Manzanet-Daniels ha interrotto immediatamente la proiezione, esprimendo il suo disappunto per la mancanza di trasparenza e sottolineando che l’aula di tribunale non è un luogo per promuovere tecnologie personali. Dewald si è scusato, sostenendo di aver scelto l’avatar per comunicare in modo più chiaro, data la sua difficoltà a parlare per lunghi periodi.
Questo episodio solleva interrogativi cruciali sull’integrazione dell’intelligenza artificiale nel sistema giudiziario. Da un lato, strumenti AI potrebbero democratizzare l’accesso alla giustizia, offrendo supporto a chi non può permettersi un avvocato. Dall’altro, casi come quello di Michael Cohen, ex avvocato di Donald Trump, che ha involontariamente presentato citazioni legali inesistenti generate da un chatbot AI, evidenziano i rischi legati all’affidabilità di tali tecnologie.
In Italia, il Senato ha recentemente approvato un disegno di legge che stabilisce principi per l’uso dell’intelligenza artificiale, sottolineando la necessità di garantire la correttezza dei processi e riservando ai giudici l’interpretazione finale dei fatti e del diritto. L’articolo 15 del testo prevede anche la formazione dei magistrati sui rischi e benefici dell’AI.
Il caso Dewald rappresenta un punto di svolta nel dibattito sull’uso dell’intelligenza artificiale nei tribunali. Mentre la tecnologia avanza, è fondamentale stabilire linee guida chiare per garantire che l’adozione dell’AI nel settore legale avvenga in modo etico e trasparente.
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