Immagina di accendere la TV dopo una giornata storta e… invece di trovarti di fronte all’ennesima commedia demenziale, ti compare un film che parla proprio di resilienza e riscatto. Fantascienza? Non troppo. Con tutti i dati che “regaliamo”, siamo arrivati anche a questo.😯
Alcuni produttori stanno testando televisori in grado di riconoscere le emozioni degli spettatori tramite videocamere, sensori biometrici o semplicemente analizzando come interagiamo col telecomando. L’obiettivo? Offrire contenuti su misura per come ti senti. WTF!
Certo, l’idea ha del fascino (chi non vorrebbe un po’ di empatia tecnologica ogni tanto?), ma apre anche un mare di interrogativi:
Dove finisce la personalizzazione e dove inizia la manipolazione?
Cosa accade ai nostri “dati emotivi“?
Siamo pronti per un’intrattenimento che ci “legge dentro”?
In realtà poi ai produttori non frega un bel nulla di farci vedere il film giusto. Ma l’adv giusto invece sì. E LG sta testando un software AI che eroga pubblicità per colpirci proprio nel momento migliore.
Nel mondo del hashtag#marketing e dei media, la linea tra “utile” e “inquietante” diventa sempre più sottile.
Fonte: interessante lettura pasquale su “The Hustle”