Il termine “agrivoltaico” si riferisce alla tecnologia che unisce la coltivazione agricola e l’energia solare. Grazie ai pannelli solari sopraelevati, i terreni continuano a essere utilizzati per le coltivazioni, che beneficiano di una riduzione dell’evaporazione dell’acqua e di una protezione contro gli eventi climatici estremi.Non solo: grazie all’ombreggiamento creato dai pannelli, si può ottenere anche un miglioramento delle condizioni microclimatiche per le piante. Nonostante una leggera perdita di superficie coltivabile, l’agrivoltaico compensa tale riduzione con benefici economici, come l’affitto dei terreni per l’installazione dei pannelli, che genera redditi per gli agricoltori.
Il sistema è ulteriormente rafforzato dall’introduzione di pannelli mobili, che seguono il sole durante la giornata, riducendo l’ombreggiatura fissa e ottimizzando l’esposizione alla luce per le colture. A livello europeo, l’agrivoltaico ha un ruolo cruciale nella transizione verso l’energia rinnovabile: solo l’1% della superficie agricola potrebbe contribuire significativamente agli obiettivi energetici del 2030.
Entro il 2030, l’Unione Europea mira a raggiungere una capacità di 720 GW di energia solare, come previsto dalla sua strategia energetica. Alla fine del 2022, la capacità complessiva nell’UE era di 211 GW. Già alla fine del 2020, l’UE aveva raggiunto 136 GW di capacità solare fotovoltaica installata, con un incremento di oltre 18 GW rispetto all’anno precedente, contribuendo a circa il 5% dell’energia elettrica complessiva prodotta. Per centrare gli obiettivi del 2030 e quelli del piano REPowerEU, sarà necessario un significativo aumento della capacità. Nel corso del decennio, l’UE dovrà installare in media circa 45 GW di nuovi impianti fotovoltaici all’anno.
Il Pnrr per il finanziamento dell’agrivoltaico ha visto un’ampia partecipazione, con richieste di contributi pari a 920 milioni di euro. Questa adesione dimostra l’interesse del settore agricolo per soluzioni che combinino agricoltura e fonti di energia rinnovabile. Tuttavia, non tutti sono favorevoli: le associazioni agricole hanno espresso preoccupazione per l’uso dei terreni agricoli per la produzione di energia. Per questo, le nuove normative impongono che i pannelli vengano installati sollevati dal suolo, salvaguardando così il terreno coltivabile.
Quattro numeri (forse di più) vale la pena citarli:
131 Gigawatt (GW): L’obiettivo complessivo di energia prodotta da fonti rinnovabili in Italia entro il 2030. Ce ne mancano 73GW.
22 Gigawatt (GW): L’obiettivo di capacità installata di impianti agrivoltaici in Italia entro il 2030. Questo rappresenta il 58% dei nuovi impianti a terra che saranno realizzati entro quella data. Vuol dire che, ad oggi, stiamo girando solo al 40%.
1,7 Gigawatt (GW): La potenza totale dei progetti presentati nel bando del Pnrr per l’agrivoltaico, con richieste di finanziamento pari a 920 milioni di euro su 1,1 miliardi disponibili.
9.900 ettari: La superficie agricola persa per l’installazione di impianti agrivoltaici in Italia, pari allo 0,08% della superficie agricola utilizzabile nazionale.
320 milioni di euro: Il reddito aggiuntivo previsto per gli agricoltori che affittano terreni per l’installazione di impianti agrivoltaici entro il 2030.
944 Gigawatt (GW): La capacità che gli impianti agrivoltaici potrebbero raggiungere in Europa se si utilizzasse solo l’1% della superficie agricola totale dell’Unione Europea, superando così gli obiettivi energetici al 2030.
Questi numeri evidenziano l’importanza strategica dell’agrivoltaico sia a livello nazionale che europeo per la transizione energetica e il potenziale economico per il settore agricolo.
Fonte dati: Joint Research, Althesys e IlSole24Ore