Banca Intesa ha acquistato Bitcoin per un milione di euro. Da un paio di giorni la notizia rimbalza in rete.

Investendo un milione di euro la banca si è assicurata una notevole esposizione a livello nazionale e internazionale. La vivace community italiana dei cripto holder ha esultato e osannato la scelta strappandosi le vesta.

Acquistando Bitcoin, Intesa è stata catapultata improvvisamente nel mondo degli innovatori e visionari.

Quando nel 2024 fu lei ad emettere la prima obbligazione digitale italiana basata su blockchain per un valore di 25 milioni di euro sulla rete Polygon, in collaborazione con CDP… non mi pare di avere sentito lo stesso chiacchiericcio.

L’associazione con le criptovalute, considerate innovative e dirompenti, sembra avere aiutato Intesa a rinnovare la propria immagine, specialmente tra i clienti più giovani o tecnologicamente orientati (mossa per piazzare meglio EasyBank?). Un investimento in Bitcoin ha trasmesso un messaggio di apertura verso il futuro, distaccandosi dall’immagine tradizionalista tipica delle grandi banche.

Un milione è tanto o poco per raggiungere un obiettivo simile?

Certamente rinnovare l’immagine del brand attraverso un’iniziativa così discussa ha attirato visibilità e rafforzato la percezione della banca come moderna e visionaria.

Chapeau a Carlo Messina che con 1 milione di euro ha fatto una operazione di marketing che ne vale molti di più.

P.S.
Poi, fuori dall’Italia in realtà siamo stati presi in giro e parecchio.
Il commento medio è del tipo: “Holy f*ck, europoors just can’t stop embarassing themselves. Even f*cking El Salvador buys more than that on a daily basis.” 🙂