Ad agosto, un tribunale americano della Columbia ha stabilito che Google ha monopolizzato illegalmente il mercato delle ricerche tramite accordi di distribuzione esclusivi, limitando la competizione e aumentando artificialmente i costi per la pubblicità online. E ora, il Dipartimento di Giustizia vuole misure concrete per rompere questo monopolio, chiedendo di separare Chrome o Android (sistema operativo acquisito nel 2005) dal resto dell’impero di Big G se non modifica il modo in cui lega i suoi prodotti al motore di ricerca. 🔗
Parliamo di business e soldi, quelli veri: Google fa ricavi dal settore delle ricerche per ben 175 miliardi di dollari all’anno (dati 2023) e il suo modello si basa sulla capacità di legare servizi come Chrome e Android alla pubblicità mirata, sfruttando la profilazione degli utenti. Chrome, il browser più utilizzato al mondo, controlla il 61% del mercato negli Stati Uniti, mentre Safari segue al 18%, grazie all’installazione di default su dispositivi Apple. Firefox, Opera ed Edge rimangono lontanissimi.
Google paga miliardi ogni anno a partner come Apple per essere il motore di ricerca predefinito su browser come Safari: si stima che questi accordi valgano circa 20 miliardi di dollari solo per il deal con Apple. Se Google fosse costretta a interrompere queste partnership, si aprirebbero scenari nuovi per la concorrenza, ma con un impatto devastante sui ricavi di Big G. 💰
Il DOJ (Department of Justice) punta in alto: cedere Chrome o limitare Android cambierebbe radicalmente il panorama dei browser e degli smartphone, e sarebbe il tentativo più forte contro un gigante tech dai tempi del tentativo di smembrare Microsoft due decenni fa. Una decisione così drastica influenzerebbe anche il settore AI, in cui Google ha appena lanciato Gemini, l’intelligenza artificiale che potrebbe trasformare le ricerche online in assistenti personali che seguono l’utente nel web. 🤖🌐
Wall Street per ora resta fiduciosa: ieri le azioni di Alphabet hanno chiuso in positivo, segno che gli investitori non credono ancora che il DOJ riuscirà davvero a strappare Chrome a Google. Ma la questione è apertissima, e le decisioni potrebbero dipendere anche da come si muoverà la prossima amministrazione americana. Ogni scenario ha le sue implicazioni politiche e di mercato.
Con un fatturato di oltre 282 miliardi di dollari (dati 2023), Google è un colosso da 2 trilioni, ma perdere il browser web più popolare al mondo sarebbe un colpo durissimo per la sua macchina pubblicitaria.
Nell’immagine: la classifica, per quote di mercato, dei browser nel mondo
Fonte: IlSole24Ore