Abbiamo troppe banche in Italia? Servirebbe una maggiore aggregazione? Probabilmente no.
La forza del sistema bancario italiano risiede proprio nella sua biodiversità. La coesistenza di istituti diversi per struttura e dimensione garantisce resilienza, efficienza e stabilità, contribuendo a sostenere la seconda manifattura europea e 4 milioni di microimprese.
Uno studio del Prof. Mario Comana (Luiss) evidenzia come le banche medio-piccole siano fondamentali per sostenere l’economia locale grazie a modelli di business sostenibili e prospettici, che creano valore nel lungo periodo. La loro capacità di operare vicino al territorio, con uno spread contenuto tra tassi attivi e passivi, ha contribuito a costruire relazioni solide con la clientela e a reagire in modo anticiclico durante momenti di crisi.
In generale il sistema bancario italiano gode di una salute complessivamente buona, come confermato dai dati ufficiali della Banca d’Italia e dell’EBA. Il Governatore Fabio Panetta ha sottolineato che “la solidità delle banche rappresenta un elemento di forza del nostro sistema produttivo”, mentre Antonio Patuelli, Presidente dell’ABI, ha elogiato “la grande vivacità del mercato bancario italiano”.
E le banche più piccole hanno un gran passo, con requisiti patrimoniali (CET1, Tier1) che risultano più alti rispetto ai principali gruppi bancari, a dimostrazione della loro solidità; i tassi di copertura dei crediti deteriorati sono in linea o superiori alla media nazionale, il che sta a indicare che le loro scelte e i loro rapporti con le imprese sono sani.
Squadra che vince non si cambia quindi: il sistema bancario italiano è un esempio vincente di come la diversità possa essere una risorsa, non un limite. Preservare questa configurazione significa rispettare i principi del libero mercato e garantire il supporto all’economia reale.
Fonte: IlSole24Ore