Il confronto tra Unione Europea e Stati Uniti non riguarda solo il commercio o la geopolitica, ma tocca anche il futuro delle criptovalute e della stabilità finanziaria.

Ieri a Bruxelles i ministri delle Finanze della zona euro hanno affrontato un tema cruciale: l’autonomia strategica dell’UE di fronte alle nuove proposte di legge statunitensi che potrebbero liberalizzare ulteriormente il mercato delle cripto, in particolare le stablecoins ancorate al dollaro.

Mentre gli USA avanzano con regolamentazioni più flessibili, il rischio per l’Europa è duplice: un trasferimento di risorse finanziarie oltreoceano e un ulteriore indebolimento dell’euro. Le stablecoins potrebbero trasformarsi da semplici asset speculativi a strumenti di risparmio e pagamento, mettendo in difficoltà le banche europee e riducendo il controllo del sistema finanziario tradizionale (ennò dai: se partiamo però dalle “banche” e dal “controllo” sappiamo dove si va a finire…)

📌 Regolamentazione a confronto: USA vs UE
Negli Stati Uniti, le nuove proposte di legge STABLE Act e GENIUS Act mirano a regolamentare le stablecoins in modo più permissivo rispetto agli standard europei.
🔹 Il STABLE Act introduce regole più rigide sulla riserva obbligatoria, ma consente l’uso di diversi strumenti finanziari per garantire i rimborsi, inclusi titoli di Stato e operazioni di mercato monetario.
🔹 Il GENIUS Act, invece, permette agli emittenti di stablecoins di depositare riserve direttamente presso la Federal Reserve, garantendo maggiore sicurezza per gli investitori ma aumentando il rischio di dipendenza dal dollaro.

L’approccio europeo è diverso: il regolamento MiCA (Markets in Crypto-Assets Regulation), entrato in vigore nel 2023, impone requisiti più stringenti per la stabilità finanziaria, impedendo alle stablecoins di offrire rendimenti agli investitori e vietando il deposito delle riserve presso banche centrali. Le nuove regole USA, più flessibili, potrebbero quindi attrarre capitali dall’Europa, mettendo in difficoltà il sistema finanziario dell’Eurozona.

La soluzione? Accelerare sul progetto dell’EURO DIGITALE. Non si tratta solo di una versione elettronica della moneta unica, ma di un’infrastruttura strategica per garantire sovranità monetaria, stabilità finanziaria e competitività nel nuovo scenario globale. Dovrei sentire un motto patriottico dentro di me. Dovrei.

Il mercato finanziario europeo è già stato frammentato in passato, favorendo il dominio delle grandi società americane. Visa e Mastercard hanno colmato il vuoto nei pagamenti con carta, mentre Apple Pay e Google Pay si sono imposti nei pagamenti digitali. Ora, senza un intervento deciso, le aziende USA potrebbero fare lo stesso con le criptovalute, lasciando l’Europa dipendente da infrastrutture finanziarie straniere.

L’Euro digitale, emesso direttamente dalla Banca Centrale Europea, offrirebbe un’alternativa sicura e regolamentata alle stablecoins in dollari, evitando la disintermediazione delle banche europee e garantendo che i pagamenti digitali restino sotto il controllo dell’Unione Europea.

L’Euro digitale sarà veramente la nostra arma? Me pare una lotta tra Davide e Golia.

Fonte: IlSole24Ore

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