“Quando certi fenomeni risultano apparentemente oscuri, anziché indagarli, meglio – prima – ricorrere alla demonizzazione inasprendo anche la tassazione.”

Le recenti misure previste nella Legge di Bilancio 2025 fanno riflettere: un inasprimento della tassazione sui cryptoasset e una Digital Services Tax (web tax) che prescinde dai limiti dimensionali rischiano di essere più punitive che risolutive.

Il mondo del Web3 ci offre esempi di innovazione unica, come le DAO (Decentralized Autonomous Organizations), comunità digitali che perseguono obiettivi economici, culturali o filantropici attraverso regole codificate in smart contract. Roba nerd? Forse ma se anche il Fisco sta provando a interessarsene è perchè muovono montagne di soldi. Il “problema” è che queste “organizzazioni autonome” operano sulla blockchain in modo decentralizzato, creando nuovi modelli di governance partecipativa.

In Italia queste entità restano senza un riconoscimento giuridico, a differenza di Paesi come gli Stati Uniti, dove alcuni Stati – come il Wyoming e il Tennessee – hanno già inquadrato le DAO come Limited Liability Companies (LLC). In assenza di una normativa chiara, in Italia le DAO rischiano di essere assimilate a società di fatto, con tutte le problematiche giuridiche e fiscali che ne conseguono, incluse responsabilità illimitate per i partecipanti.

🔍 Il nodo della tassazione
Anziché approfondire la comprensione di fenomeni complessi come le DAO o le transazioni on-chain – transazioni che avvengono sulle blockchain in modo decentralizzato e che, per loro natura, non possono garantire un costo “certo e preciso” ai fini fiscali – si preferisce ricorrere a un inasprimento indiscriminato delle imposte. Questa strada non solo rischia di frenare l’innovazione, ma potrebbe spingere startup e aziende verso Paesi con regimi più favorevoli.

  • Innovazione e competizione globale
    Mentre Stati Uniti, Cina e India corrono, l’Europa – e ancor più l’Italia – fatica a tenere il passo. Le DAO, così come le criptoattività e gli NFT, rappresentano una dimensione “spaziale” dell’economia che non può essere regolata esclusivamente a livello nazionale: servono accordi globali per creare un nuovo diritto, anche tributario, del digitale.
  • Un sistema fiscale al passo coi tempi
    Prima di “super-tassare”, occorre intervenire regolando ciò che è regolabile, riconoscendo l’unicità di queste innovazioni e accompagnandole con normative chiare e coerenti. Ad esempio, è cruciale definire in modo non discriminatorio il trattamento fiscale delle cripto e considerare l’introduzione di modelli più flessibili per le DAO, come fatto in altri contesti internazionali.

💡 Un nuovo paradigma per il digitale
L’Europa, da sempre, è “brava” a normare, va bene ed è anche giusto ma il futuro richiede un approccio collaborativo: un ecosistema giuridico ed economico capace di valorizzare la tecnologia, anziché ostacolarla. Il progresso non può essere frenato, ma deve essere guidato.

Fonte: citazione e fonte del magistrale Dario Deotto de IlSole24Ore, Norme e Tributi