Doppio record delle #banche italiane nel primo semestre del 2024: 13 miliardi di utili, il più alto mai raggiunto e 5,2 miliardi di euro in tasse, un altro record che riflette l’incremento della base imponibile dovuto agli alti profitti. 🚀

L’analisi dei conti semestrali delle prime otto banche italiane (Unicredit, Intesa Sanpaolo, Mps, BancoBpm, Bper, Credem, Pop. Sondrio e Credit Agricole Italia) ha rivelato una oculata gestione dei #tassi di interesse (come era forse prevedibile) ma anche da dalle #commissioni: parte della raccolta è passata da amministrata a gestita e il gran movimento sui mercati dove si vende e compra ha prodotto, come detto, proprio più commissioni.

La redditività è sempre una medaglia a due facce e quando si traccia una linea bisogna considerare anche i #costi e, anche qui, le banche italiane sono state brave: nonostante un contesto inflazionistico e l’aumento dei costi del personale dovuto al rinnovo del contratto nazionale, le banche italiane sono riuscite a mantenere un incremento molto contenuto degli oneri operativi. Non solo: gli accantonamenti su crediti, che sono una misura della necessità di coprire potenziali perdite su prestiti, sono scesi del 5%. Questo riflette una qualità degli attivi bancaria migliorata e un profilo di rischio complessivamente molto basso.

Le banche dovranno certamente affrontare la sfida di generare nuovi ricavi, soprattutto tramite le commissioni sui servizi, in un contesto di normalizzazione dei tassi, mentre continueranno a ottimizzare i costi e continuare a investire nel digitale e nel fintech.

🤔 E sono tutte buone notizie? Per ora sì, che ci piaccia o meno, le banche sono la spina dorsale italiana e del business. Se godono di buona salute è solo un vantaggio per tutti. E non è una novità, guarda i dati del 2023.

Fonte: dati Kearney per Il Sole24Ore

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