Sistemi informatici bloccati, clienti senza accesso alle proprie posizioni e un blackout digitale che alimenta incertezza e sfiducia. L’efficienza tedesca, in questo caso, fa acqua da tutte le parti. 🚨
È l’ennesima puntata di una vicenda che da luglio tiene con il fiato sospeso circa 120mila assicurati italiani di FWU Life Insurance, impossibilitati a riscattare le proprie polizze.
Proviamo a riscotruire la vicenda:
- Il 19 luglio 2024, l’Authority del Lussemburgo (CAA) rileva che FWU Life Insurance Lux non ha più i requisiti patrimoniali minimi per operare. Blocca quindi riscatti e liquidazioni e nomina un commissario per un piano di salvataggio, che è però fallito.
- Il 1° dicembre 2024, il Tribunale di Monaco apre una procedura d’insolvenza sulla capogruppo FWU AG.
- Il 22 gennaio 2025, la CAA ha chiesto la liquidazione coatta della compagnia.
Come in un film (e chiedo scusa ai coinvolti per questa espressione che non li farà sorridere proprio per niente), FWU in questi giorni ha staccato la spina ai sistemi IT, bloccando completamente l’operatività delle filiali (tra cui quella italiana). Il risultato? I clienti non possono più nemmeno contattare la compagnia.
“Una scelta sbagliata che aumenta la sfiducia in un momento critico“, commenta Antonio Pinto di Confconsumatori. Ma potrebbe esserci anche una ragione tecnica: il sistema informatico potrebbe essere andato in tilt per l’elevato numero di diffide e richieste di documentazione inviate dai clienti.
Il confronto con il caso Eurovita è inevitabile. Lì, grazie al pressing di IVASS e all’intervento di Generali, Intesa Sanpaolo Vita, Poste Vita e Unipol, la crisi è stata gestita senza blackout: i clienti hanno sempre ricevuto risposte chiare e puntuali.
👉 Il caso FWU dimostra ancora una volta quanto sia fondamentale trasparenza e gestione efficace delle crisi nel settore assicurativo. I clienti meritano certezze, non il buio totale.