Google Willow mi mancava. Che cosa diavolo è? É un processore quantistico da 105 qubit, capace di eseguire calcoli complessi in 5 minuti, che richiederebbero circa 10 settilioni di anni a un supercomputer tradizionale.

10 settilioni di anni. Non capisco esattamente la misura ma deve essere qualcosa di pazzesco. Piace pure a Elon Musk che ha commentato così su X:

Bene allora, avremo computer che andranno alla velocità della luce, non vedo problemi. E invece.

L’annuncio dell’arrivo di Google Willow ha generato preoccupazioni nel mondo delle criptovalute, in particolare tra i possessori di Bitcoin, per la possibilità che questa tecnologia possa minacciare la sicurezza delle loro risorse digitali. Tuttavia, queste paure sono premature.

Bitcoin utilizza un sistema di crittografia a 256 bit basato sull’algoritmo ECDSA, che per essere violato richiederebbe un computer quantistico con oltre 1 milione di qubit stabili, cioè 10.000 volte più potente di Willow. Alcune stime più conservative parlano di 317 milioni di qubit fisici necessari per decifrare una chiave Bitcoin in un’ora.

Gli esperti ritengono che ci vorranno almeno 10-20 anni prima che i computer quantistici possano rappresentare una reale minaccia per la sicurezza di Bitcoin. Per altro la comunità delle criptovalute sta già lavorando su soluzioni “quantum-resistant”, come protocolli di crittografia post-quantistica, per prepararsi a eventuali rischi futuri.

Willow non è quindi una una minaccia, ma una pportunità per innovare anche se non credo che siano molte le startup o le aziende a poterselo permettere. Ci avviamo verso nuovi scenari che non riguardano ovviamente solo le cripto. Gli esperti dicono che ci vorrà forse qualche decennio prima che i computer quantistici diventino una realtà commerciale e quotidiana ma siamo di fronte a un altro pezzettino di futuro ad alto tasso tecnologico che si insinuerà nelle nostre vite.

Buon Willow a tutti.

Fonti: Decrypt, Tom’s Hardware

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