HSBC, una delle più grandi istituzioni finanziarie al mondo con sede a Londra, ha annunciato la chiusura di Zing, la sua app per pagamenti internazionali, a poco più di un anno dal lancio (era stata lanciata nel settembre 2023).
Zing era stata progettata per competere con i giganti del FinTech come Wise e Revolut, ma nonostante le ingenti risorse della banca, l’app ha attirato solo 30.000 clienti entro metà 2024, un numero molto al di sotto delle aspettative.
Con funzionalità come portafogli multi-valuta e commissioni competitive (0,2%), sembrava promettente, ma problemi operativi e la mancanza di una strategia distintiva ne hanno decretato il fallimento. Triste anche per le 400 persone in organico.
Questo non è un caso isolato per HSBC, che di recente ha anche svalutato un investimento di 35 milioni di sterline in Monese, una neobank britannica in difficoltà.
La vicenda Zing è un’ulteriore conferma delle difficoltà che le banche tradizionali affrontano nel competere con aziende FinTech native digitali.
📌 La vera sfida?
Conciliare modelli operativi tradizionali (orientati alla compliance e alla gestione del rischio) con la necessità di innovare rapidamente. E, soprattutto, evitare di lanciare progetti che imitano il FinTech senza offrire un valore distintivo.
💡 A volte si vince, altre si impara. È chiaro che il futuro dei servizi finanziari sarà definito da una collaborazione sempre più stretta tra banche tradizionali e aziende FinTech di successo: deve però essere una collaborazione, sono rari (e per questo sono eccellenze) i casi da una parte e dall’altra che sono riusciti, da soli, a conquistarsi il mercato.
Fonte: FT