Metaplanet, società giapponese quotata alla Borsa di Tokyo, ha registrato una crescita straordinaria del +4.000% negli ultimi 12 mesi 📈. Questo risultato è frutto di una trasformazione radicale: da azienda operante nello sviluppo alberghiero a realtà focalizzata sull’accumulo di Bitcoin come asset di riserva.

A gennaio 2025, la società ha annunciato un nuovo obiettivo ambizioso: detenere 10.000 Bitcoin entro la fine dell’anno e arrivare a 21.000 entro il 2026. Attualmente possiede 1.762 Bitcoin, pari a circa 176 milioni di dollari, e sta finanziando nuovi acquisti tramite l’emissione di bond convertibili.

Gli investitori giapponesi continuano a comprare il titolo per esporsi indirettamente a Bitcoin. La capitalizzazione ha superato 1,5 miliardi di dollari, con una leva implicita di quasi 10x rispetto ai Bitcoin detenuti. L’azienda è stata soprannominata la “MicroStrategy giapponese”, seguendo il modello della società guidata da Michael Saylor, che ha trasformato il proprio business in un veicolo di investimento in Bitcoin.

Questo fenomeno non è isolato: attualmente, 66 aziende quotate detengono complessivamente 622.735 Bitcoin, per un valore di circa 61 miliardi di dollari. Si tratta del 3% dell’offerta massima della criptovaluta, una percentuale destinata a crescere se altre grandi realtà seguiranno questa strategia.

Il CEO di Metaplanet, Simon Gerovich, ha ipotizzato che l’adozione di una Riserva Strategica di Bitcoin da parte degli Stati Uniti potrebbe innescare un effetto domino su scala globale. Se questo scenario dovesse concretizzarsi, l’interesse per società come Metaplanet potrebbe aumentare ulteriormente.

Siamo di fronte a una rivoluzione nell’approccio aziendale agli asset digitali o a una bolla speculativa?