Il celebre motto “Il denaro non dorme mai” sembra essere stato preso alla lettera dai vertici del Nasdaq. La società che gestisce l’omonimo listino tecnologico statunitense ha annunciato l’intenzione di introdurre il trading 24 ore su 24, cinque giorni alla settimana, a partire dalla seconda metà del 2026, previa approvazione delle autorità di regolamentazione e l’allineamento con i fornitori di infrastrutture critiche del settore. Gordon Gekko applaudirebbe.

Il presidente del Nasdaq, Tal Cohen, ha sottolineato come la crescente domanda globale per le azioni statunitensi richieda un ampliamento dell’accesso ai mercati finanziari. In particolare, gli investitori della regione Asia-Pacifico stanno mostrando un interesse sempre maggiore verso i mercati statunitensi, attratti dalla profondità delle opportunità, da un solido quadro normativo e dall’accesso a settori ad alta crescita come la tecnologia e l’assistenza sanitaria.

L’introduzione del trading continuo presenta però delle sfide non da poco. La liquidità durante le ore di trading notturne è significativamente più bassa, il che può comportare una maggiore volatilità e costi di transazione più elevati. E proprio per questo quasi la metà delle società quotate sul Nasdaq ha espresso riserve sull’espansione degli orari di trading.

Il Nasdaq non è comunque l’unico operatore a muoversi verso l’estensione degli orari di trading: la Borsa di New York (NYSE) ha recentemente annunciato l’intenzione di estendere le contrattazioni a 22 ore al giorno. Non son 24 ma poco ci manca.

Abbiamo proprio bisogno di tutto questo? Se è vero che l’idea di un mercato azionario operativo 24 ore su 24 possa offrire nuove opportunità agli investitori globali, è fondamentale affrontare con attenzione le sfide legate alla liquidità e alla volatilità per garantire l’integrità e la trasparenza dei mercati finanziari. Tu vai a letto convinto che… e il giorno dopo il mondo finanziario potrebbe essere diverso.

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