Il 20 gennaio Trump si insedierà ufficialmente al Campidoglio e comincerà la sua attività come 47esimo presidente degli Stati Uniti. Nel frattempo si specula molto su quello che accadrà anche sui mercati finanziari soprattutto perchè, dopo il presidente della Sec (l’organismo di vigilanza sui mercati statunitensi), anche Michael Barr, un altro “sceriffo” dei mercati – era il vicepresidente capo della Vigilanza bancaria presso la Federal Reserve – ha alzato bandiera bianca. Che succede? Beh, l’elezione di Donald Trump potrebbe introdurre cambiamenti nelle politiche regolatorie, con potenziali effetti sulle fusioni e acquisizioni (M&A) tra i giganti tecnologici e i principali attori del settore delle criptovalute. E bisogna stare attenti.

Un contesto normativo più rilassato?

Durante l’amministrazione precedente, le autorità di regolamentazione avevano mantenuto un controllo rigoroso sulle attività di M&A, in particolare per i colossi come Google, Amazon e Meta. L’obiettivo era prevenire comportamenti monopolistici e proteggere i consumatori.

Con Trump alla guida, però, si ipotizza (e si specula) un cambiamento di rotta. Il suo approccio orientato alla deregolamentazione e alla crescita economica potrebbe portare a una maggiore flessibilità verso possibili fusioni, aquisizioni o aggregazioni.

M&A e criptovalute: quali impatti?

Secondo Hunter Horsley, CEO di Bitwise Asset Management, un contesto meno regolato potrebbe infatti stimolare un aumento delle attività di M&A tra i giganti tecnologici. Questi ultimi, grazie alle loro risorse, potrebbero investire in aziende crypto o persino acquisirle, accelerando l’integrazione degli asset digitali nei sistemi finanziari tradizionali.

Queste dinamiche hanno sempre un rovescio della medaglia: se è vero che le grandi aziende tecnologiche potrebbero fornire il capitale e l’infrastruttura necessari per supportare la crescita e l’adozione delle criptovalute, dall’altro, c’è il rischio di una concentrazione del mercato, che potrebbe soffocare l’innovazione e portare a una centralizzazione, in contrasto con i principi fondanti della blockchain.

Liberi liberi siamo noi, però liberi da che cosa?” – cantava Vasco nel 1989.

É importante procedere con cautela. La deregolamentazione potrebbe portare a una maggiore concentrazione del mercato, riducendo la concorrenza e minacciando l’innovazione e i principi di decentralizzazione che sono alla base delle criptovalute. Mantenere un equilibrio tra crescita economica e questi principi è fondamentale per il futuro del settore che ha smania di crescere di portare al grande pubblico le valute digitali ma che deve invece andare per gradi e con i piedi di piombo.

Fonte: Panfinance