Essere al 78% non è un bene. Al contrario.

Secondo l’ultimo rapporto Sigma dello Swiss Re Institute, a fronte di un gap di protezione globale del 57%, l’Italia raggiunge un preoccupante 78%. Ovvero, solo il 22% dei danni causati da eventi catastrofali viene assicurato nel nostro Paese.

Quando succedono dei disastri – che non si augurano mai a nessuno – poi le aziende piangono.

Una fotografia allarmante, soprattutto se si considera che l’Italia è tra le aree europee più esposte a rischi naturali: inondazioni, frane, tempeste, siccità, incendi e, soprattutto, terremoti. E nel 2023 abbiamo già vissuto eventi meteorologici estremi con perdite record, aggravate nel 2024 dalla tempesta Boris.

📉 La buona notizia? Il settore assicurativo può essere parte della soluzione. Serve però un cambio di passo: prevenzione, adattamento, uso dei dati, tecnologie predittive e una maggiore diffusione delle polizze catastrofali, anche grazie al nuovo quadro normativo italiano.

Colmare questo divario non è più solo un’opzione. È una priorità.

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