Sappiamo tutti benissimo che nel b2b i pagamenti sono tipicamente dilazionati, nessuno o quasi paga all’ordine ma le fatture vengono regolate a 30/60/90. Non va bene però purtroppo è così per molte realtà, specialmente le più piccole. MA. C’è un “ma”. Qualcosa sta cambiando, anche se di poco.

A fine settembre 2024 le aziende che pagano nei termini sono il 44,3% del totale, con un leggero aumento dei pagamenti puntuali rispetto al terzo trimestre 2023 (+0,4%); calano i ritardi gravi oltre i 90 giorni (il 4%), con una riduzione dello 0,8 per cento.

Lo studio Cribis del 30 settembre 2024 evidenzia i settori in maggiore sofferenza per ritardi oltre i 90 giorni, con la ristorazione al 7%, seguita dai comparti energetico e telecomunicazioni (4,7%). Anche il settore immobiliare non è esente da criticità.

Non sorprende che i ritardi nei pagamenti pesino sulla gestione della liquidità aziendale. Tuttavia, il terzo trimestre del 2024 mostra un lieve miglioramento rispetto all’anno precedente, soprattutto nei settori della ceramica e della siderurgia. In testa per puntualità di pagamento c’è il settore dei servizi alle persone (34 giorni di media), mentre i comparti chimico, costruzioni e tessile restano sopra la media nazionale di 67 giorni.

📍 Differenze regionali
Significative le differenze anche su base territoriale: il Nord-Est si conferma l’area più affidabile con il 52,7% di pagamenti puntuali, mentre il Sud e le Isole restano in difficoltà. Le microimprese risultano le più esposte ai ritardi gravi, con un 4,6% oltre i 90 giorni, mentre le medie aziende riescono a gestire meglio la puntualità (solo l’1,5% di ritardi gravi).

📈 Segnali di stabilità
Rispetto agli anni post-pandemia, i dati mostrano un incremento nei pagamenti puntuali e una riduzione dei ritardi gravi. Un dato incoraggiante per il sistema economico, che continua a riprendersi e a raggiungere una stabilità maggiore nei flussi di cassa aziendali.

Fonte: IlSole24Ore

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