Il 2024 è stato un anno difficile per Stellantis, il colosso automobilistico nato dalla fusione tra FCA e PSA. I risultati finanziari presentati settimana scorsa hanno evidenziato un forte calo delle performance economiche, provocando un tonfo in Borsa superiore al 5%. Il presidente John Elkann ha descritto il quadro con parole nette: “Non è stato un anno di cui siamo orgogliosi“.
Un crollo generalizzato dei numeri
I dati finanziari parlano chiaro:
- Ricavi netti a 156,9 miliardi di euro, in calo del 17% rispetto al 2023.
- Consegne consolidate in diminuzione del 12%, a causa di un vuoto temporaneo nella gamma prodotti e della riduzione delle scorte.
- Utile netto di 5,5 miliardi, in picchiata del 70%.
- Utile operativo rettificato di 8,6 miliardi, con un crollo del 64%.
- Margine operativo (AOI) sceso al 5,5%, rispetto al 12,8% del 2023.
A peggiorare la situazione, un flusso di cassa industriale negativo per 6 miliardi di euro e una riduzione della liquidità complessiva a 49,5 miliardi.
Effetto profit warning e cambio al vertice
Le difficoltà erano state anticipate dal profit warning shock lanciato a fine settembre, che aveva minato la fiducia degli investitori. La reazione dei mercati ha contribuito all’uscita di scena del CEO Carlos Tavares, avvenuta il 1° dicembre 2024. Ora Stellantis è in cerca di una nuova guida: «Abbiamo eccellenti candidati, sia interni che esterni», ha dichiarato Elkann, confermando che la nomina del nuovo CEO avverrà entro la prima metà del 2025.
Dividendo più che dimezzato
Le difficoltà finanziarie hanno avuto un impatto diretto sugli azionisti: il dividendo per il 2024 è stato ridotto a 0,68 euro per azione, rispetto agli 1,55 euro dell’anno precedente. Il rendimento si attesta al 5%, ma il CFO Doug Ostermann ha dichiarato che Stellantis valuterà il riacquisto di azioni proprie nel secondo semestre del 2025, a seconda dell’andamento del mercato.
Il disastro in Nord America
Gli Stati Uniti, mercato chiave per Stellantis, hanno vissuto una vera e propria débâcle:
- Ricavi in calo del 27%.
- Margine operativo crollato dal 15,4% al 4,2%.
- Forti sconti per svuotare i piazzali, con un impatto negativo sulla redditività.
Le vendite negli USA restano cruciali per il gruppo, ma il 2024 ha dimostrato che la strategia commerciale va ripensata.
Nuovi modelli e la minaccia dei dazi USA
Sul fronte dell’innovazione, Stellantis ha avviato il rinnovamento della gamma con l’introduzione di nuove piattaforme:
- STLA Medium e STLA Large per i nuovi modelli globali.
- Smart Car, già adottata per la nuova Citroën C3 in Europa.
Nel 2025 sono attesi nuovi veicoli Jeep e Ram per il mercato nordamericano, con un focus su prezzi più accessibili. Tuttavia, la strategia è minacciata dai dazi del 25% sulle importazioni imposti dall’Amministrazione Trump, che entreranno in vigore dal 2 aprile. Elkann ha dichiarato che il gruppo sta valutando le conseguenze di questa misura, che potrebbe colpire duramente le fabbriche Stellantis in Messico e Canada.
Le prospettive per il 2025
Nonostante le difficoltà, Stellantis punta al rilancio nel 2025. Le previsioni aziendali indicano:
- Ricavi netti in crescita.
- Margine operativo positivo.
- Flusso di cassa industriale positivo.
Elkann ha ribadito la strategia futura: «Le nostre priorità sono crescita, execution e redditività».
Maserati in crisi profonda
La crisi ha colpito duramente anche Maserati, il marchio di lusso del gruppo:
- Ricavi scesi del 55,5%, a 1,04 miliardi di euro.
- Consegne globali crollate del 57,5% (11.300 vetture).
- Fatturato in Cina giù del 44%.
- Perdita operativa del 2,9%.
Anche per Maserati il 2025 sarà cruciale, con il lancio di nuovi modelli e iniziative commerciali.
Morale della favola: il 2024 si chiude con un bilancio fortemente negativo, tra crollo dei ricavi, perdita di fiducia del mercato e cambiamenti ai vertici. Il 2025 deve essere quello della svolta: il nuovo CEO dovrà gestire la ripresa, navigando tra nuove strategie commerciali e le incertezze geopolitiche. La sfida principale sarà riconquistare la fiducia degli investitori e rilanciare un gruppo che, dopo l’anno d’oro del 2023, ha subito una brusca frenata. In bocca al lupo a lui perchè il mercato dell’automotive in generale, sta inguaiato forte.